Medical update di Google

Il primo agosto Google ha confermato una modifica al suo algoritmo (un core update), che ha cambiato significativamente i risultati del motore di ricerca. Inizialmente è sembrato che ad essere colpiti fossero i siti del settore salute, tanto che l’aggiornamento è stato rinominato Google Medical Update.

Fin da subito però questo nome ha trovato molte critiche perché giudicato riduttivo se non completamente errato visto che si tratta di un aggiornamento di tutto il motore di ricerca che ha toccato ogni sito, e che quindi non può evidentemente riguardare una sola tematica.

Successive analisi hanno evidenziato che i siti ad essere più colpiti sono quelli che lo stesso Google definisce YMYL che è l’acronimo di Your Money, Your Life, cioè quei siti che possono avere un impatto su felicità, salute, economia e sicurezza futura dei lettori.

Le prime teorie sulle cause del calo di molti siti

Considerando il periodo vacanziero e che il tempo necessario affinchè la polvere sollevata si riposasse a terra, le analisi e i relativi risultati da parte dei più o meno esperti del settore sono arrivate a scaglioni. Sono nate diverse teorie sulle cause e si sono creati differenti blocchi di pensiero. Per alcuni le cause del calo subito dal alcuni siti erano da attribuire alla credibilità della fonte e alla presenza o meno della firma degli articoli e di citazioni bibliografiche, sopratutto considerando che recenti casi (mi riferisco per esempio ai vaccini) avevano posto sotto i riflettori della cronaca e della politica, che l’argomento salute non poteva essere trattato da chiunque.

Fin da subito ho scartato queste come cause perché c’erano siti assolutamente autorevoli, con tanto di firme e nomi importanti dietro, che ugualmente avevano subito questi cali. A chi però obiettava questo veniva risposto che non bastava che dietro quei siti ci fossero persone competenti se questa competenza non era anche riconosciuta, mi riferisco quindi all’autorevolezza. Praticamente una non proprio sottointesa accusa rivolta al medico di non curare il proprio personal brand!

E uscendo dall’argomento salute e parlando di altri temi si finiva sempre allo stesso punto: “Che ne sai di cosa è autorevole per Google?” rispondendo a chi si lamentava del calo di questo o di quell’altro sito che comunque aveva come autori fior fiore di esperti del settore in questione.

Insomma mentre nella mente di qualcuno cominciava a insinuarsi il dubbio che Google avesse toppato di brutto, dall’altra parte c’erano persone che difendevano l’operato di Google dicendo: “Cosa ne sai tu di qual è l’intento di ricerca dei navigatori?“. Come a dire, Google ha sempre ragione.

A qualcuno che si lamentava delle ingenti perdite economiche dovute al calo successivo all’aggiornamento veniva anche risposto che è colpa sua se si è affidato solo a Google come fonte di reddito e non ha pensato a differenziare le entrate; come se ci fosse qualcosa di paragonabile al traffico organico ottenuto gratuitamente dal motore di ricerca. Insomma questo era il clima che si respirava nel mese di agosto: accuse reciproche, poca collaborazione, nessuno che sapeva che pesci pigliare.

Eppure man mano che si analizzavano le SERP si scopriva che in prima pagina comparivano siti addirittura bucati, con pagine che pubblicizzavano Viagra e Cialis. Continuare a dire che questo era il nuovo standard di qualità e che questa era la migliore risposta di Google sul tema farmacia online diventava sempre più insostenibile e da quel punto in poi ho smesso di leggere i vari ragionamenti nei gruppi o sui forum. Mi ero fatto la mia idea e la risposta era che la situazione non mi piaceva affatto.

Le varie soluzioni proposte dai SEO

Quello che è accaduto dopo l’update non è stato grave solo per chi ha visto perdere drasticamente i suoi introiti ma anche per tutta la categoria dei SEO. Già, perché non solo si sono trovati nella condizione di dover spiegare ai proprio clienti i motivi di quel calo, ma hanno dovuto anche rassicurarli sulla ripresa dei loro siti. Difficile convincere una persona che la toglierai da una brutta situazione quando quella persona è finita in quella situazione mentre già eri tu a prenderti cura del suo sito.

La cosa migliore da fare era di buttarsi a capofitto a fare analisi di tanti e tanti siti per trovare dei punti in comune, delle debolezze sulle quali l’update avesse potuto far leva. Ma in pratica era come analizzare i siti prima dell’update e quindi anche le soluzioni proposte erano le stesse.

Alla fine in tanti concordavano sul fatto che per uscire da questa situazione era necessario lavorare sul brand, puntare sui contenuti di qualità, il sito doveva avere dietro un profilo autorevole, ma in pratica erano le stesse identiche cose che consigliavano prima dell’update. Non che fosse sbagliato continuare a puntare su pratiche senz’altro positive a prescindere, ma quanto poteva effettivamente essere utile, sopratutto se era già la strada seguita da molti siti che erano stati ugualmente colpiti?

Per quanto mi riguarda in quei giorni ho continuato a leggere le testimonianze di clienti e colleghi ma ero molto scettico sulle cause che avevano portato alcuni siti a perdere così tanto traffico. Avevo già visto cali, avevo già visto le conseguenze di errori o di penalizzazioni, ma una cosa del genere no. Il mio pensiero in quei caldi giorni di agosto era il seguente: se un sito fino a ieri era giudicato bene da Google, come può perdere, per un brand scarso, contenuti non di altissima qualità e profilo poco autorevole,  “solo” una parte, una grossa parte del traffico ma non tutto il traffico? Se mancavano tutti questi elementi doveva perderlo tutto…..non solo una parte.

Analisi di un sito colpito dall’update di Google

Quello che segue è il grafico di uno dei siti a tema salute (pazienti.it) che è stato preso come esempio statistico da molti SEO, perché è uno dei più grossi che è stato colpito dall’aggiornamento del 1 agosto. E’ passato da un volume superiore a 1 milione ad un volume compreso fra 100 e 150 mila.

 

 

pazienti.it

Ed è stato questo a colpirmi facendomi chiedere perché fosse sceso cosi tanto ma non fino a zero. Seozoom segnala per ogni sito le keyword posizionate fino alla 5a pagina su Google. Analizzando quel sito vediamo che è passato da 348mila a poco più di 100mila keyword, poi l’emorragia di traffico si è fermata. Forse ho seguito più l’istinto che la ragione ma questo crollo non l’ho capito e per questo motivo non me la sono sentita di dare alcun tipo di consiglio.

Per chiarire, se quello che si vede in quel grafico avesse riguardato solo quel sito allora era lecito dare i consigli di cui sopra (migliorare brand, articoli, ecc.), ma parliamo di un fenomeno che ha colpito tutti, perciò per quanto mi riguardava la questione era un po’ più complicata perché poco chiara.

Poi c’era un altro aspetto da considerare: i siti colpiti avevano tutti le stesse conseguenze ben visibili analizzandoli con un qualsiasi tool, ma evidentemente tutti quei siti sono stati costruiti in modo diverso, possono avere criticità differenti e motivi differenti che possono giustificare la perdita di traffico. Perciò vedere le stesse conseguenze su siti che partivano da una situazione diversa non poteva essere affrontato utilizzando la stessa medicina.

Insomma, è anche fin troppo evidente. Se qualcuno nei gruppi Facebook o sui forum chiede aiuto per un suo sito in difficoltà, la prima risposta che riceve è che non possiamo esserti d’aiuto senza conoscere il sito. Questo perché è solo attraverso un’attenta e approfondita analisi che possono essere scovate ed evidenziate le cronicità di un sito, che saranno diverse da quelle di un altro sito. Le cure di conseguenza potrebbero essere differenti.

Se un sito vede diminuire il suo traffico vuol dire che ha problemi, problemi che vanno trovati e ai quali bisogna porre rimedio.

In questo caso il calo subito da molti siti dopo l’update più che dovuto a problematiche specifiche di ciascun sito sembrava più una decisione imposta dall’alto, un “semplice” rimescolamento (magari anche qualcosa uscita male, sfuggita di mano, come ha suggerito qualcuno, sopratutto clienti duramente colpiti e arrabbiati) che quindi non poteva vedere soluzioni se non quando, sempre dall’alto, avessero deciso di disattivare il bottone che avevano schiacciato il 1 agosto.

Colpito (in ritardo) e non affondato

Voglio condividere il grafico di questo mio sito (anch’esso a tema salute) che in questi giorni tocca per la prima volta quota 10mila come volume.

Grafico sito benessere

 

Come si vede dal grafico, questo sito per lungo tempo ha avuto un andamento che per il suo essere lento e costante (niente scossoni) mi ha sempre trasmesso positività. Questo andamento si è modificato dopo il famoso aggiornamento del 1 agosto (sono iniziate le montagne russe), ma il sito ha sostanzialmente retto fino alla fine di settembre.

In giorni in cui tutti si chiedevano quali fossero le reali cause della perdita del 60%-80% di traffico, il mio sito nè calava nè cresceva e anche questa cosa mi faceva piacere, forse anche più che se il grafico si fosse impennato, come stava accadendo ad alcuni siti. Poi però qualcosa succede anche al mio sito: a partire dagli ultimi giorni di settembre comincia a scendere perdendo successivamente circa 400 key a settimana!

Un disastro totale con il volume che passa da 5600 a 649 e con le key che passano da 3400 a poco più di 800. In pratica era come se interi articoli fossero completamente scomparsi visto che non posizionavano più alcuna keyword.

Quello che sto per scrivere non vuole essere assolutamente la soluzione al problema del medical update, non vuole prima di tutto perché non può esserlo (troppo facile) ma sicuramente può essere una delle soluzioni: non fare niente anche se probabilmente lo sapete già. Infatti come si vede dal seguente grafico, anche pazienti.it ha recuperato il traffico esattamente gli stessi giorni del mio sito.

Grafico pazienti.it

Parliamo di siti dal volume diverso, 1 milione per questo importante sito, 10mila per il mio. Ho inviato una email per sapere se nel frattempo che il sito era giù è stato fatto qualche intervento, questo per pura curiosità visto che io non ho compiuto alcuna azione ed entrambi sono risaliti.

Perché non sono intervenuto sul mio sito?

Ritengo sia importante ribadire perché non ho fatto nulla: nè interventi SEO, nè link building, nè miglioramento della velocità, niente di tutto quello che molti hanno fatto per provare a migliorare la situazione critica sui propri siti.

Non ho compiuto alcuna azione perché dal mio punto di vista il mio sito stava bene. Per il modo in cui lo avevo cresciuto, con gli articoli che avevo pubblicato, con il fatto che fino a fine settembre il sito stava avendo una crescita lenta ma costante, dal mio punto di vista non poteva improvvisamente essere diventato un sito che non valeva più niente o quasi.

Ero cosi sicuro della bontà degli articoli pubblicati che ultimamente stavo valutando la possibilità estrema di eliminarli e successivamente ripubblicarli, magari suddividendoli su altri miei siti. L’investimento economico per la pubblicazione di quegli articoli in ben 3 anni non era qualcosa di poco conto e dal mio punto di vista era uno spreco lasciarli lì. Perché improvvisamente non piacessero più non potevo saperlo ma ero abbastanza sicuro del loro valore.

Per questo motivo non ho compiuto azioni e poi il 27 novembre, a due mesi di distanza dal primo crollo le key raddoppiano, il volume balza da 649 a 7097 (superando 5677, il miglior risultato precedente) e poi a 9500 i primi di dicembre e oggi tocca e supera quota 10000. Sembra quasi essere il volume che avrebbe avuto il sito se tutto fosse continuato com’era. In pratica il mio sito si trova esattamente dove avrebbe dovuto essere se l’update non ci fosse mai stato.

Crescita sito

Come uscire dalla penalizzazione dell’update

Lungi da me dire che la migliore soluzione ai problemi dell’update del 1 agosto sia stata di non fare nulla, visto che le pratiche consigliate dagli altri SEO sono sicuramente utili per il benessere di un sito, ribadisco che queste azioni potevano essere giustificate e quindi applicate su siti che prima erano cresciuti senza magari meritarlo.

Però su tutti quei siti che erano già ottimizzati c’era davvero poco o niente da fare, perciò non dico che chi comunque ha tentato di fare qualcosa abbia sbagliato, perché magari ora, dopo il nuovo aggiornamento che sta riportando tutto alla situazione di prima ne riceverà ulteriori vantaggi.

Per quanto mi riguarda ci tengo a ribadire che il mio non agire non è stato dovuto al non sapere che pesci pigliare, visto che ritenevo che il sito stesse bene e che le azioni consigliate fossero inutili per uscire da quella situazione. Aver sentito così fortemente che non avrei dovuto cambiare nulla è stato determinante.

Ovviamente traete le vostre somme, prendete quanto accaduto come volete, io in parte l’ho già fatto, raccontando il percorso che mi ha portato ad agire, o meglio non agire, in questo modo.

Lo strano caso del Medic update, l’aggiornamento di Google

Pasquale Palmiotto

Avvicinatomi alla SEO per necessità nel 2011, sono rimasto affascinato da questo mondo e dalle persone che lo frequentavano. Ho conosciuto gente in gamba che mi ha aiutato nel mio percorso di crescita e nel mio piccolo provo a fare altrettanto verso chi dovesse chiedermi un consiglio.